GLI ECO-COSMETICI. Bellezza sostenibile e dermocompatile

GLI ECO-COSMETICI. Bellezza sostenibile e dermocompatile

Si può parlare di bellezza con prodotti eco-sostenibili ? Dermo-compatibile può coincidere con sostenibile ?

 

Facciamo un po di chiarezza sugli eco-cosmetici, vista la giungla delle informazioni sui  prodotti biologici ed ecologici dedicati alla bellezza e alla cura del corpo, dalla testa ai piedi.

Dai capelli alla punta dei piedi, passando per le mani, spesso ruvide, il viso pieno di foruncoli o di rughe, i glutei, troppo spesso cellulitici, e altre parti del corpo a cui pensare, la cura di se stessi è divenuta una routine abituale di ognuno di noi, senza distinzione di razza , sesso o età.

Ma quanto ci costa? E non solo in termini economici. I cosmetici convenzionali contengono una serie infinita di sostanze inquinanti e dannose, oltre a essere ben impacchettati e sigillati da cellophane o contenitori di vario genere, insomma un packaging accattivante che serve più alla conquista dello sguardo del consumatore che alla conservazione del prodotto.

I cosmetici che utilizziamo ogni santo giorno per farci carini, profumati e seducenti in realtà nascondono derivati petroliferi, siliconi, sostanze non biodegradabili, “cessori” di formaldeide (ossia quelle sostanze che nel tempo rilasciano una molecola valutata cancerogena dall’Oms, e altre molecole dall’effetto tutt’ora ignoto.

E allora, se vogliamo evitarci la tortura di passare in rassegna tutto ciò che un cosmetico può contenere di potenzialmente pericoloso, possiamo almeno orientare la nostra scelta verso quei prodotti che, piuttosto, già assicurano di non trattenere sostanze chimiche tossiche e che utilizzino una filiera controllata, attenta anche ai piccoli dettagli nella “costruzione” del prodotto stesso.

Ovviamente, la domanda sorge spontanea: chi o cosa ci garantisce che un determinato prodotto sia rispettoso della nostra pelle e dell’ambiente? Quando effettivamente si può parlare di eco-cosmetico ?

Bene, anche nell’ambito della cura personale è possibile venire a conoscenza di un bel po’ di consigli per consumare criticamente. Ecco alcune regole su come comportarsi con i prodotti convenzionali e altre per muoversi nel fantastico mondo della “bioecocosmesi“.

Alcune statistiche:

  • Da 1 a 400 milioni di tonnellate all’anno: di tanto è cresciuta dal 1930 a oggi la produzione di sostanze chimiche e quella dell’Europa è pari a un terzo della produzione mondiale (fonte: Greenpeace);
  • 6-7 sono di media le volte al giorno in cui gli italiani utilizzano prodotti cosmetici, superando le 25 volte se si tratta di donne (fonte: Unipro);
  • il settore della cosmetica in Italia ha chiuso il 2008 con un fatturato in crescita dell’1,2% a 8,34 miliardi di euro, un valore di mercato pari a 9,07 miliardi (+0,8%) e un export in aumento del 2,1% a oltre 2,31 miliardi (fonte: Unipro);
  • 70% è l’aumento di cosmetici naturali e di punti vendita in Italia tra il 2007 e il 2008 (fonte: Icea);
  • 85% l’incremento del fatturato, che si assesta sui 6 milioni di euro con un catalogo di 1.800 prodotti dotati del marchio Icea per cosmetici naturali controllati (fonte: Icea).

 

cosmetici naturali e freschi

 Cosmetici tradizionali vs cosmetici eco e dermo-compatibili.

Capelli lucidi e lisci effetto seta con un solo colpo di spazzola, niente zampe di gallina intorno agli occhi, denti splendenti, vita stretta e addome piatto. Se proprio non ci volete credere che per ridurre i chili in eccesso a volte basta non prendere l’auto per fare 20 metri e concedersi un minimo di attività fisica, ricordatevi almeno che, il più delle volte, abbiamo bisogno solo della metà di tutti i prodotti che riempiono il bagno. meglio pochi ma buoni ! e soprattutto mirati al problema effettivo…. spesso infatti siamo invogliati a fare acquisti compulsivi dettati da consigli di amiche e/o commesse. Il mio consiglio è acquistiamo quello di cui effettivamente abbiamo bisogno e che effettivamente usiamo, evitando così di riempirci il bagno e le tasche delle ditte cosmetiche !

Intanto, atteniamoci ad alcune piccole norme:

Leggete l’INCI

Ossia l’International Nomenclature of Cosmetic Ingredients, l’elenco degli ingredienti dei cosmetici, obbligatorio dal 1997 per tutti i prodotti. Al primo posto è indicato il componente contenuto in quantità maggiore, fino a quello presente in percentuale più bassa.

Gli ingredienti di derivazione vegetale che non sono stati sottoposti ad alcun intervento chimico vengono indicati con il loro nome latino (per esempio l’Helianthus annuus oil non è nient’altro che l’olio di girasole), mentre le sostanze che hanno subito un processo chimico riportano un nome inglese. Inoltre, i coloranti compaiono sempre in fondo alla lista con la sigla C.I. (Color index), tranne quelli per i capelli che sono segnalati con il nome chimico inglese (per esempio Hc yellow no.10).

Attenti alla scadenza

Non tutti sanno che anche i cosmetici, tradizionali e non, hanno un termine, per legge indicato o dalla dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro…”, se la scadenza è inferiore ai 30 mesi, o dal simbolo di una scatolina aperta per la scadenza successiva alla prima apertura espressa in mesi. Spesso una scadenza ravvicinata alla data di produzione indica un’attenzione particolare da parte dell’azienda produttrice nell’introdurre la quantità minima di conservanti, a volte anche nessuno.( più il cosmetico risulta “fresco“, più le sostanze attive al loro interno saranno fresche e vitali !).

Un po’ di pazienza

Convertirsi alla cosmetica naturale richiede un pizzico di arrendevolezza iniziale. La pelle e i capelli che non sono abituati ad accogliere ecoprodotti potrebbero non reagire prontamente secondo le nostre aspettative. È necessario che si “disintossichino” e disabituino ai prodotti sintetici contenuti nella stragrande maggioranza dei cosmetici in commercio (quasi tutti a base siliconica e/o petrolifera): i risultati poi saranno eccezionali e non potrete più farne a meno !

E la schiuma?

Ormai quasi tutti i consumatori attenti dovrebbero sapere che “schiuma” non è sinonimo di “pulizia”. In realtà è solo il segnale di un elevatissimo numero di sostanze di sintesi, nocive per l’uomo e l’ambiente. Se il nostro nuovo shampoo o detergente fa poca schiuma, abbiamo scelto quello giusto!

CONCLUSIONE E CONSIDERAZIONI FINALI

Come dicevamo, passare a detergenti e prodotti per la bellezza ecosostenibili può risultare inizialmente difficoltoso. I capelli non appariranno subito lucidi né la pelle liscia e senza macchie in un sol colpo. Bisogna darsi del tempo, consapevoli che ne troveremo giovamento prestissimo e a più lungo termine e soprattutto sia la nostra salute, che quella dei nostri figli e l’ambiente ne troveranno utilità !

In ogni caso, non basta scegliere un prodotto che, in erboristeria o farmacia o profumeria si proclama naturale. Purtoppo non c’è un canale di distribuzione che ci garantisce la naturalità (intesa come eco e dermo-compatibilità). Può capitare, infatti, di trovare cosmetici uguali a quelli tradizionali per ingredienti di origine chimica o di sintesi. L’unico modo per “difenderci” dalla giungla di cosmetici che ci vengono giornalmente propinati per naturali e biologici, è un’acquisto consapevole, ossia dettato dall’informazione !

Per esempio, nelle creme, impariamo a leggere sempre l’INCI nel momento dell’acquisto, scegliamo prodotti privi di profumi, conservanti e coloranti sintetici derivati del petrolio e prediligiamo gli eco-cosmetici con ingredienti vegetali e con emulsionanti e tensioattivi delicati. In pratica, scegliamo sempre prodotti certificati da affidabili enti di controllo,

La maggior parte della cosmesi che troviamo nei nostri supermercati, nelle profumerie, farmacie ecc.  è un concentrato di sostanze sintetiche estremamente inquinanti e per nulla biodegradabili perché presenti in quantità davvero elevate. Pensiamo a quanti sono i cosmetici inquinanti che una persona utilizza nel corso della sua giornata: dal deodorante al dentifricio, per passare a detergenti, creme e prodotti di make up, tantissimi sono quelli che quotidianamente vengono usati e smaltiti.

Spesso al consumatore finale non interessa altro che il prezzo: più basso è, meglio è. Ma ne siamo proprio sicuri? Profumi di sintesi, coloranti, conservanti, ingredienti petrolchimici, cessori di formaldeide, ftalati e PEG sono soltanto alcune delle categorie di sostanze che formano ciascun cosmetico abbellendolo nell’aspetto e nella piacevolezza d’uso, ma rendendolo sempre più difficile da tollerare per la pelle ed inquinante per l’ambiente. Fortunatamente, qualcuno potrebbe obiettare, esistono e sono sempre più diffusi i cosmetici eco bio, ovvero formulati con sostanze il più possibile naturali e biologiche, maggiormente tollerate dalla pelle e sicuramente più eco-friendly.

Dovranno passare ancora degli anni prima che ci accorgiamo realmente di quanto quel che riteniamo per noi “prodotto di bellezza”, altro non sia che un insieme di ingredienti inquinanti per l’ambiente in cui viviamo. Specialmente se formulati con ingredienti di derivazione petrolchimica e sintetica in elevate quantità, i cosmetici rientrano appieno nella categoria dei nuovi inquinanti PPCP (Pharmaceuticals and Personal Care Pollutants,sono degli inquinanti dovuti a farmaci e cosmetici, NdR). che infestano le nostre acque provocando malsane mutazioni e danni alla salute per la fauna che le abita.

cosmetici e microplastiche

Le microplastiche per esempio, anche usate nell’industria cosmetica, sono particelle inferiori ai 5mm e risultano essere una delle principali minacce ambientali al mondo.
lI Mediterraneo è uno dei mari con la più alta concentrazione al mondo di microplastiche. Questi frammenti possono assorbire e concentrare gli inquinanti disciolti in mare e, grazie alle ridotte dimensioni, sono facilmente ingeriti dagli organismi acquatici più minuti, con il rischio di accumularsi via via nella catena alimentare:(=arrivano direttamente sulla nostra tavola !).

Le microplastiche sono state impiegate per molti decenni nei prodotti cosmetici. Nonostante questi non siano, nemmeno lontanamente, la principale fonte di microplastiche in mare, per il loro uso frequente e su larga scala rappresentano una fonte di inquinamento marino non trascurabile: si stima infatti che fino a 8600 tonnellate di “polvere” di plastica derivata dall’uso di cosmetici si riversi ogni anno nei mari europei.

 

Vogliamo essere responsabili di tutto questo ????

Per questo – al di là di caldeggiare l’approvazione di una legge che imporrebbe a tutti i produttori, e non solo ai più virtuosi, di eliminare le microplastiche dai cosmetici – è necessario sollecitare le aziende ad agire rapidamente e sostituirle con sostanze naturali in tutti i loro prodotti.
In ogni caso il 2020, indicato sia dalle aziende cosmetiche che dalla proposta di legge come limite temporale per eliminare le microplastiche dai cosmetici, è molto lontano.
E’ quindi necessario che i cittadini siano coscienti di questa forma “occulta” di inquinamento dell’ecosistema di cui sono protagonisti a loro insaputa. Questa indagine intende motivarli a effettuare scelte di acquisto che riducano l’apporto di microplastiche in mare.
L’alternativa esiste come già detto: basta leggere con attenzione l’etichetta degli ingredienti del prodotto che si intende acquistare (talvolta, va detto, scritta con caratteri molto piccoli) e non farsi fuorviare dalla comunicazione a volte ambigua di alcuni prodotti (magari in vendita fra i prodotti “naturali”), che sorvolano sulla presenza del polietilene esaltando invece altri ingredienti naturali, presenti però in quantità minori.

Insomma, rendiamoci protagonisti della salute nostra, dei nostri figli e dell’ambiente che lasceremo loro in eredità !

Evviva i cosmetici eco e dermo-compatibili !!!

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https://www.esteticamybene.it/salvare-la-pelle-e-lambiente/