23 Ott Il massaggio ai piedi può alleviare i sintomi del cancro
Uno studio mette in evidenza come con la riflessologia plantare possa aiutare i malati di cancro a gestire i sintomi negativi e migliorare la qualità della vita
La trattazione di un argomento tanto delicato come l’oncologia, richiede una giusta e immediata premessa: alla riflessologia plantare non si fa ricorso per curare i tumori, di qualsiasi natura essi siano. Queste patologie gravi vanno trattate, puntando alla guarigione, facendo leva sulle risposte della medicina, che da secoli e secoli è chiamata a dare una risposta a problematiche dagli effetti così nefasti.
La riflessologia plantare, di contro, consente piuttosto di aiutare il malato oncologico che, come sappiamo, in presenza di un cancro, versa in condizioni fisiche e psichiche davvero pessime. Quello su cui si può e si deve puntare è, piuttosto, il recupero, in favore dell’individuo sottoposto a questo trattamento, del suo equilibrio energetico e della vitalità perduta.
Gli studi dimostrano anche che il massaggio in questione è in grado di risvegliare il sistema immunitario e quello neuroendocrino. Perciò, è opportuno precisare che la riflessologia plantare può essere di grande aiuto soprattutto dopo la diagnosi di un cancro, momento a partire dal quale il paziente si troverà a dover affrontare un percorso molto duro, sotto tutti i punti di vista.
Il massaggio ai piedi, noto con il nome di riflessologia plantare è un’antica forma di terapia manuale in essere già nell’antico Egitto.
Rispolverata in Occidente da diversi anni ormai, è divenuta una pratica abbastanza comune – soprattutto tra le persone che prediligono un approccio dolce al trattamento di alcuni disturbi.
Considerata da molti più come una pratica per trattare i piccoli fastidi, può questa sorta di massaggio ai piedi rivelarsi invece utile anche in caso di patologie serie come il cancro? Sì, se si tratta di alleviare i sintomi che accompagnano questa malattia e migliorare la qualità della vita dei pazienti.
E’ quanto suggerito da un nuovo studio condotto dai ricercatori della Michigan State University (Usa) e finanziato dal National Cancer Institute, e i cui risultati sono stati pubblicati su Oncology Nursing Forum.
La professoressa Gwen Wyatt e colleghi della MSU ritengono che questo sia il primo e più grande studio randomizzato ad aver valutato gli effetti della riflessologia plantare come complemento al normale trattamento del cancro.
«Si è sempre dato per scontato che questa [terapia] possa soltanto offrire una sorta di piacevole confort, ma a questo punto in realtà non si sono mai, in modo rigoroso, documentati i benefici – spiega Wyatt nella nota – Questo è il primo passo verso lo spostamento di una terapia complementare da cura marginale a cura tradizionale».
Partendo dal presupposto che sta dietro alla riflessologia, per cui stimolando i cosiddetti punti riflessi si può agire sugli organi corrispondenti in altre parti del corpo, Wyatt e colleghi hanno reclutato 385 donne con diagnosi di tumore al seno in stadio avanzato, con metastasi già diffuse nel resto dell’organismo. Tutte le partecipanti erano sottoposte a chemioterapia o terapia ormonale.
Le donne sono poi state suddivise a caso in tre gruppi: un primo gruppo atto a ricevere una serie di trattamenti di riflessologia plantare; un secondo gruppo atto a ricevere un semplice massaggio ai piedi e, infine, il gruppo di controllo che avrebbe continuato le cure standard, senza riflessologia o massaggio ai piedi.
Durante il periodo di follow-up, a cinque e undici settimane di trattamento, i ricercatori hanno valutato i sintomi patiti dalle pazienti correlati più che altro alla respirazione.
I risultati dell’analisi ha permesso di scoprire che le pazienti sottoposte alla riflessologia plantare avevano sperimentato una riduzione della difficoltà di respirazione, un sintomo piuttosto comune nelle donne affette dal cancro del seno.
Questo progresso nella funzione respiratoria ha permesso un correlato miglioramento della qualità della vita: le partecipanti allo studio hanno infatti riportato di aver potuto svolgere meglio attività quotidiane come il salire le scale, andare a fare la spesa, vestirsi eccetera.
Riflessologia plantare e dolore
Il massaggio in riflessologia plantare è in grado di alleviare in maniera significativa il dolore, oltre che di migliorare lo stato d’animo. In effetti, le due sfere sono legate, perché, come dimostrano i diversi studi condotti, la percezione della sofferenza è sensibilmente maggiore se si vive l’esperienza del dolore, cronico o meno che sia, con eccessivo stress e con ansia.
La riflessologia plantare può migliorare sensibilmente la circolazione ematica e linfatica e questo aiuta molto a lenire il dolore. Ma non è tutto: tramite l’utilizzo del tatto, si può intervenire sugli organi interni, come già chiarito nei nostri precedenti articoli, riducendo il dolore che è ivi presente, grazie alla digitopressione al piede, vero toccasana al 100% naturale e non invasivo per il benessere fisico della persona.
Riflessologia plantare e attenuazione dello stress
Inoltre, con una serie di trattamenti in riflessologia plantare, può essere alleviato anche lo stress. La condizione di malattia porta, infatti, il paziente oncologico a vivere un’inevitabile condizione di paura del futuro, che, nei casi più gravi, sfocia in forti attacchi di panico e depressione.
Arrivare a poter vivere la propria malattia con serenità è il massimo che si possa offrire a questi pazienti i questi casi. A volte, i disturbi in capo alla sfera psicologica, si fanno tanto seri da rendere indifferibile ed inevitabile il ricorso ad altri farmaci, che si vanno ad aggiungere a quelli che in genere vengono prescritti al malato oncologico.
Nella stragrande maggioranza dei casi, invece, tutto questo potrebbe essere evitato – il condizionale è d’obbligo – questi malesseri legati a solitudine, ansia e panico se presi in tempo, possono essere contenuti proprio grazie al ricorso alla riflessologia plantare che si rende un canale privilegiato per raggiungere una condizione stabile di benessere mentale. In molti casi per recuperare il proprio naturale benessere psicologico, bastano poche sedute.
Tutto ciò, però, non significa che la riflessologia plantare possa evitare l’uso dei farmaci. Sarà lo psicologo/psichiatra a dover verificare se si renda o meno necessario anche il ricorso a medicine. La scelta, in questo caso, è rimessa al suo insindacabile giudizio. Possono essere sufficienti anche sole poche sedute in riflessologia plantare per alleviare i problemi che affollano la mente, smorzandone la tensione che ad essi è correlata.
L’importante è essere o divenire competenti, perché una manipolazione non corretta può causare seri danni alla salute dell’individuo che ricorre alla riflessologia plantare.
Limiti della riflessologia plantare in seno all’oncologia
Di fatto, abbiamo già anticipato quelli che sono i limiti della riflessologia plantare applicata all’oncologia. Lo ribadiamo ancora una volta: questo trattamento non può e non deve proporsi di far guarire un individuo da un tumore. Illudere un paziente è sempre un abominio, ma in questo caso lo è ancor di più. Inoltre, al fine di poter ottenere ed assicurare tutti i benefici legati al trattamento in riflessologia plantare, è bene conoscere al meglio le tecniche correlate al trattamento in questione, che coinvolge alcune determinate aree del piede. Non è dato improvvisare, in ballo c’è il rispetto per chi già soffre.